Da giorni ascolto comunicati in merito al ritiro dal commercio di farmaci a causa dei loro “effetti collaterali”.
Ritengo utile fornire alcune precisazioni sulla corretta terminologia riguardante gli effetti indesiderati dei farmaci, riferendomi alle definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
FARMACO è qualunque sostanza usata a scopo:
1. preventivo
2. diagnostico
3. terapeutico
quindi reazioni avverse non sono solo quelle riconducibili a molecole chimiche somministrate per la loro azione terapeutica, bensì a una massa di altri prodotti che sono in grado di interagire con l’organismo, determinando effetti positivi o negativi .
Per REAZIONE AVVERSA AI FARMACI si intende qualunque risposta non desiderata e involontaria che si verifica in seguito alla somministrazione di un farmaco, per motivi preventivi, diagnostici, terapeutici.
Queste reazioni ai farmaci possono essere imprevedibili o prevedibili.
Le REAZIONI IMPREVEDIBILI non dipendono dall’azione principale del farmaco ma sono in rapporto con la risposta individuale e anomala dei soggetti trattati e solitamente non sono correlate dalla dose assunta:
- Allergie vere, rare, dovute ad una verificabile reazione antigene/anticorpale.
- Pseudoallergie sono più frequenti; non è dimostrabile una reazione immunologica anche se dal punto di vista clinico i sintomi sono quelli dell’allergia.
- Intolleranze e Idiosincrasie, avvengono a dosi di farmaci quantitativamente normali in soggetti che presentano una bassa soglia all’azione del farmaco o un difetto metabolico.
Le REAZIONI PREVEDIBILI sono dovute all’azione farmacologica della sostanza utilizzata, anormali per quantità di effetto; esse sono molto frequenti, prevedibili e inevitabili, dipendenti dalla dose assunta.
Effetti SECONDARI e da alterazione della curva dose/risposta [ad esempio l’enterocolite a seguito di antibiotici] e da sovradosaggio sono effetti prevedibili, l’OMS dichiara che spesso sono causa di patologie e richiedano l’ospedalizzazione.
Gli EFFETTI COLLATERALI sono Reazioni prevedibili alla somministrazione di un farmaco, inevitabili in quanto rappresentano un’azione farmacologica strettamente collegata all’azione principale e il loro manifestarsi dipende dalla grande variabilità della tolleranza individuale. Ne sono esempi la sonnolenza da anti-istaminici, la sudorazione da antipiretici, la tachicardia da salbutamolo.
Mi chiedo come sia possibile che con un effetto collaterale, quindi prevedibile, così modesto da permettere la commercializzazione di un farmaco è così grave da richiederne l’immediato ritiro.
Mi chiedo quanti animali siano stati torturati e uccisi per sperimentare i farmaci indirizzati agli umani, farmaci rivelatesi poi così pericolosi da essere ritirati velocemente e con molto rumore dal commercio.
Mi chiedo a quando il sostituto, sicuramente innovativo nel prezzo.
…….. ma cosa sta succedendo. ? !
E’ vero: ormai da tempo immemorabile siamo stati addestrati a credere a qualunque stravaganza, dai sali antimalocchio alle promesse elettorali, ma stavolta si sta giocando in maniera spericolata con la salute di tutti e, in modo particolare, con quella dei bambini. A mio parere, con questo irritante ed allarmante teatrino, quelle che chiamiamo “autorità” si stanno prendendo gioco di noi con un nascondino che non ha nulla di ludico o di nobile. Chi non ha fatto il suo dovere controllando va rimosso per evitare che faccia altri guai. Chi non sa fare il mestiere per il quale è pagato, si tolga di mezzo e vada, se vuole, ad imparare. Chi ha mentito o chi nasconde i fatti, due atteggiamenti che si equivalgono, va punito come la legge prevede. Chi, approfittando della posizione di medico o di “autorità” o di mezzo d’informazione induce a sottoporsi a vaccinazione senza aver fornito assolutamente tutte le indicazioni del caso va allontanato dalla professione. Nel caso specifico non è credibile che le industrie farmaceutiche ritirino merce per un valore di molti milioni di Euro semplicemente per timore di effetti collaterali minori. Da cittadini non sudditi e non buoi credo che abbiamo il diritto di pretendere subito tutta la verità e nient’altro che la verità.