La diatriba tra chi sostiene il primato della psicoterapia su quello degli psicofarmaci, e viceversa, per la «cura» dei disordini mentali evidenza la persistente contrapposizione tra due visioni dei disturbi del comportamento definiti come malattia mentale/ malattia psichiatrica :
- da un lato la malattia mentale causata da alterazioni biologiche, geneticamente determinata e come tale condizione inguaribile, curabile soprattutto con farmaci “psichiatrici”, attivi a livello della trasmissione neuronale
- dall’altra, la malattia psichiatrica come disturbo della mente, alterazione del “pensiero” cioè del frutto di un’attività di elaborazione innata, sganciata dal meccanicismo dei neurotrasmettitori, curabile efficacemente solo con la psicoterapia e non con i farmaci.
Pur consapevole della responsabilità di fattori energetici – emozionali nel determinismo di ogni malattia, umilmente ritengo che queste posizioni, qui estremamente semplificate, dimenticano di considerare la possibilità che fattori tossici ambientali condizionino la biologia umana, alterando funzionalmente organi ed apparati, sistema nervoso compreso, con ricaduta sull’ideazione, sulle abilità cognitive, sul comportamento.
Da secoli è noto che vino e altri alcoolici, abbondantemente assunti, sono capaci di alterare pensiero e comportamento; il latte di papavero veniva usato per ridurre il dolore, il caffè per tenere svegli i monaci durate le preghiere notturne nelle Abbazie.
La scoperta dei peptidi oppiati di origine alimentare risale a più di cinquanta anni fa: dal glutine mal digerito e dalla caseina derivano molecole che possiedono effetto simile alla morfina, quindi stordimento, indifferenza per l’ambiente, innalzamento della soglia per il dolore.
Oggi si conoscono numerose altre molecole di origine digestiva che hanno effetto neurolettico, capaci di dare agitazione ai bambini, depressione dell’umore e difficoltà di memorizzazione negli adulti.
Dalla plastica delle bottiglie derivano falsi ormoni, dai lieviti intestinali molecole che danno origine a catecolamine difettose, dai batteri intestinali molecole che rallentano il funzionamento del ciclo dell’acido citrico, processo fondamentale per la produzione di energia.
Ormoni e molecole vasoattive, pur di origine ambientale, quando massivamente liberate, provocano sintomi vegetativi: tachicardia, sudorazione, ipertensione, senso di oppressione al petto, difficoltà a respirare, sensazione di costrizione dell’esofago, malessere acuto .
Molti attacchi di panico possono derivare anche da ipertiroidismi funzionali, misconosciuti, mentre stanchezza cronica e fibromialgia sono associate a sofferenza dell’intestino, dove si trova il tessuto cromaffine, luogo elettivo di produzione di serotonina e istamina.
I metalli pesanti, sostanze naturalmente presenti nella crosta terrestre, sono conosciuti, da secoli, come veleni, capaci di provocare alterazioni comportamentali, da moderate a gravi, sino alle manifestazioni indicate come “pazzia”. La storia della medicina e la letteratura ne riportano famosi ed illuminanti esempi. Recentemente, e piu’ modestamente, la mia pratica clinica degli ultimi dieci anni, mostra quanto siano intossicati gli organismi giovani e giovanissimi.
Ciò nonostante il ruolo della tossicità chimico-biologica ambientale non viene nemmeno considerato dalla medicina che elettivamente si rivolge alle persone con problemi del comportamento. Di conseguenza anche la diagnostica che chiamerò “corrente” è limitata e cieca: gli esami di laboratorio abitualmente eseguiti, ecografie e imaging, non sono gli strumenti elettivi per indagare l’ambito intossicatorio – disfunzionale –ormonale, che quindi resta nell’ombra, mentre la persona sofferente viene definita come mentalmente disturbata, quindi malata psichiatrica, cui spetta psicofarmaco e/o psicoterapia .
Tutto quel che potrebbe indirizzare ad una diversa comprensione dei disturbi mentali, viene ignorato, ostacolato, oscurato, negato quando si sollecita di prenderlo in considerazione.
Da medico e da essere umano ritengo che i pregiudizi non giovino al progresso individuale né al progredire in Sapienza dell’Arte Medica.
Personalmente mi sconforta il pensiero di tante donne con carenze nutrizionali multiple, disfunzione tiroidea, depressione e fibromialgia “trattate” con antidepressivi e antiinfiammatori, mentre mi sconcerta l’idea di una psicoterapia a bambini con Autismo, storditi dai peptidi oppioidi e cronicamente intossicati da piombo e mercurio.