Aggiungere un tablet alle cure riabilitative consuete aiuta i bambini con autismo a parlare e interagire di più, secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.
I ricercatori, coordinati da Connie Kasari, psichiatra all’Università della California Los Angeles, hanno messo a confronto le capacità di linguaggio e comunicazione sociale di 61 bambini autistici dopo l’aggiunta o meno di un tablet alla terapia riabilitativa convenzionale, scoprendo che il dispositivo contribuisce a rafforzare l’effetto della terapia.
Tutti i bambini sono migliorati dopo il trattamento, ma i progressi maggiori sono stati osservati in quelli che avevano accesso a al tablet
esordisce Kasari, spiegando che il dispositivo portatile è stato usato prevalentemente nei momenti di gioco, in modo da aiutare i piccoli pazienti ad avviare una conversazione commentando ciò che stavano facendo.
Il tablet funziona perché stimola la vista offrendo un feedback uditivo. Per esempio, se i bambini pronunciavano male una parola, sentirla sul tablet li aiutava a dirla correttamente
riprende la psichiatra, sottolineando che la tavoletta parlante è solo uno strumento che funziona in quanto utilizzato in un trattamento volto a migliorare le capacità di comunicazione dei bambini. I piccoli pazienti che hanno preso parte allo studio avevano tra 5 e 8 anni, e tutti erano capaci di dire meno di 20 parole.
Circa il 30% dei piccoli pazienti con disturbi dello spettro autistico hanno scarsissime capacità verbali, a volte anche dopo anni di trattamento
ha aggiunto la ricercatrice.
Per i primi tre mesi, tutti i bambini hanno ricevuto due sedute di terapia per 2-3 ore settimanali, e dopo tre mesi quasi il 78% dei bambini nel gruppo tablet, contro il 62% di quelli senza, ha avuto una risposta precoce intesa come numero di parole pronunciate o nuove parole imparate.
Forte dei risultati preliminari, il team di ricerca sta pianificando di impiegare i dispositivi in uno studio di cinque anni su 200 bambini in quattro città.
Se i dati saranno confermati, la speranza è di usare i tablet nei programmi scolastici formando i genitori al loro uso anche a casa
conclude Kasari.
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